N.A.C.AAround the World - struttura educativa a Phnom Penh (Cambogia)

 

 

Un docente ticinese a Phnom Penh

Trentacinquenne, di Olivone, Rodolfo Scapozza vive e lavora nella capitale cambogiana. La sua idea: realizzare un progetto educativo in una struttura che accoglie bambini orfani o provenienti da famiglie particolarmente disagiate … si racconta così:

 

Seduto al tavolo di un piccolo bar di Phnom Penh con il mio computer, cerco di ricordarmi come tutta questa storia ebbe inizio. Mi provoca una bizzarra ma piacevole sensazione trovarmi qui, a vivere in questa città dove quasi per caso sono arrivato la prima volta nel mese di novembre del 2009.

 

L’incontro

Allora vivevo a Bangkok, curioso di scoprire il sud-est Asiatico dopo alcuni anni passati ad insegnare nelle scuole elementari ticinesi. Avevo bisogno di un visto per continuare a rimanere in Thailandia, così decisi di raggiungere alcuni amici spagnoli, che erano impegnati nella produzione di un documentario a proposito di una struttura educativa di Phnom Penh chiamata N.A.C.A.. Visto che non sapevo nulla di documentari e visto che sono un tipo piuttosto curioso, mi sembrava la cosa più naturale da fare e poi ne avrei approfittato per rinnovare il visto prima di rientrare.

È così che sono entrato in contatto con questa speciale realtà che pulsa nel cuore di Phnom Penh.

Dopo aver trascorso una settimana con questi ragazzi, sono tornato a Bangkok e ho iniziato a tradurre in italiano il documentario prodotto dai miei amici catalani. Uno degli scopi di questa iniziativa, era quello di sensibilizzare il mondo occidentale sulle problematiche che affliggono molti, troppi bambini cambogiani; un altro consisteva nello sfruttare il filmato per raccogliere fondi da destinare a progetti riguardanti N.A.C.A..

 

Il rientro in Ticino

Nel tardo autunno del 2010, ho fatto rientro in Ticino e durante 2 mesi ho visitato diverse scuole di ordini differenti, dalle elementari alla SUPSI, presentando un’attività che si svolgeva sull’arco di una mezza giornata riguardante N.A.C.A e la Cambogia, questo paese che abbiamo sentito nominare varie volte, ma del quale sappiamo poco o niente.

È stata un’esperienza molto positiva, che ha permesso a più di 1200 giovani di avvicinarsi a una realtà così particolare come quella cambogiana attraverso il documentario “Good Luck for YouEveryday”, dei documenti fotografici e delle gran belle discussioni.

Grazie all’impegno di varie classi sono stati raccolti dei fondi che sono poi stati destinati a finanziare l’attività della struttura.Queste iniziative di sostegno sono poi continuate con alcune serate dal sapore asiatico, che sono state organizzate a Olivone nel 2011 e ad Arbedo nell’agosto del 2012. Attraverso tutta questa serie di eventi sono stati raccolti circa 15'000 franchi chehanno finanziato una parte dei budget 2011 e 2012.

Discutendo con gli altri amici impegnati nel sostegno di N.A.C.A., è iniziata a profilarsi l’idea di dare anche uno spessore educativo al progetto, oltre che finanziario.

Dopo varie riflessioni ho deciso di lanciarmi in quest’avventura, cercando di sviluppare un progetto volto a sostenere questi ragazzi da un punto di vista pedagogico e didattico, oltre che finanziario. L’idea di base, è quella di garantire ai bambini un’ora d’inglese al giorno e alcune attività di informatica presso N.A.C.A., per compensare le carenzedella scuola pubblica cambogiana e, nel contempo, finanziare le attività della struttura attraverso delle sinergie con il Ticino.

 

Il progetto N.A.C.A.Around The World

Essere un signor nessuno, non appartenere a nessuna ONG e trovare qualcuno che finanzi a fondo perso il tuo progetto è cosa molto poco probabile. Ho dunque dovuto trovare una strategia attraverso la quale entrambi i partner dell’eventuale progetto avessero qualcosa da guadagnare.

Il concetto che s’intende sviluppare per ricavare dei fondi ruota attorno alla creazione di un sito internet dedicato a N.A.C.A., con due scopi principali: informare chiunque sulla storia della struttura educativa, sul progetto in corso, e su chi è coinvolto nello stesso, attraverso foto, filmati e testi; e raccogliere fondi on-line da destinare alle future attività.

Sulla scia di una delle mezze giornate citate pocanzi è scaturita una collaborazione con la SPSE di Tenero (Scuola Professionale Sortivi d’Elite). La direzione della scuola cercava dei progetti che potessero offrire dei laboratori didattici ai propri studenti dando loro la possibilità di mettere in pratica aspetti concreti riguardanti la formazione commerciale che stanno portando avanti accanto alla propria attività sportiva.

Ho così proposto loro di collaborare alla creazione e alla gestione del sito internet.

Avendo la necessità di trovare persone competenti per la creazione della struttura di un sito all’altezza, ci siamo rivolti alla direzione della SSIG (Scuola Superiore Informatica di Gestione). Si sono mostrati entusiasti. La creazione di siti internet di una certa complessità rientrava proprio nei canoni di ciò che intendono proporre come lavoro di semestre. È stato quindi deciso di inserire una collaborazione con N.A.C.A.Around the World nel programmaa partire da gennaio 2013.

Un terzo partner di questa iniziativa è Helianto, un’associazione attiva sul territorio ticinese da diversi anni e che si occupa di progetti umanitari in svariate parti del mondo.Helianto mette a disposizione un conto bancario unicamente dedicato a N.A.C.A.Around the World per permettere di effettuare tutte le transazioni finanziarie e per garantire una corretta gestione dei fondi.

 

E io? Che cosa faccio?

Per il momento vivo a Phnom Penh e collaboro al progetto in qualità di volontario, mi occupo di amministrare i fondi in loco fornendo tutti i giustificativi spesa e le ricevute contabili in modo da poter tenere la contabilità, che è gestitada studenti SPSE durante le ore dedicate alla materia in questione.

Abito in una casetta di legno a Boeung-Kok , nello stesso quartiere in cui sorge N.A.C.A..

La mia abitazione una volta era un ristorante che si chiamava “LazyGeko” , uno dei tanti di questa via, che era la meta di tutti i turisti con sacco in spalla. Era la Khao-San di Phnom Penh: locali e guest-house semplici, alla buona e a buon mercato; con alcuni dollari al giorno avevi la tua camera e con poco di più potevi soddisfare ogni sfizio culinario.

Ora i turisti sono quasi del tutto spariti, sono rimaste alcune pensioni e una manciata di ristoranti e dal mio balcone possoosservare la vita quotidiana di questa specie di villaggio nella città: la gente che fa avanti e indietro sui motorini, le signore che spingono le loro biciclette-negozio vendendo frutta, verdure, baguettes, carne, pesce, scope, il trabiccolo a tre ruote, tutto scassato, che trasporta le barre di ghiaccio per le casse frigo e l’autista che le deposita davanti alle case dei clienti, i Lexus nuovi fiammanticon la scritta V.I.P sul parabrezza, casomai che non ci si accorga che hanno un sacco di soldi-potere, che fanno un’ispezione nel quartiere, i bambini in bicicletta, i bonzi che raccolgono le offerte, il motorino che porta i gelati, con la sua inconfondibile musichetta a metà tra il cartone animato e il videogioco, che ti fa tornare bambino per qualche istante.

Al mattino vado sempre a bere un caffè da Veasna che ha un piccolo bar a una cinquantina di metri da casa mia.

Dopo la rassegna stampa chezVeasnavado dai ragazzi, verso le 9, e lavoro con il gruppo che frequenta la scuola pomeridiana fino alle 11. Normalmente facciamo un’oretta di attività d’inglese e la seconda ora la dedichiamo all’utilizzo dei computer a scopo didattico. Ripeto lo stesso programma durante il pomeriggio, dalle 14 e 30 alle 16 e 30 con l’altro gruppo, che al mattino era a scuola. Capita che ogni tanto ci siano degli altri volontari presso N.A.C.A., allora mi occupo di coordinare le attività in modo da spartirsi il lavoro interagendo in piccoli gruppi.

Per il resto ne approfitto per conoscere questo affascinante paese, discutendo con la gente, osservando la vita di tutti i giorni, cercando di andare oltre a quell’ingombrante passato che sono stati i Khmer Rossi.

 

Guardando avanti

 In futuro si vorrebbe dare ulteriore spessore alla parte educativa, cercando di coinvolgere altre scuole o università, con lo scopo di avere degli studenti che assolvano degli stage in ambito sociale o nell’insegnamento presso N.A.C.A. a Phnom Penh.Uno degli obiettivi a lungo termine sarebbe quello di costruire una struttura nuova in un’area più stabile dal punto di vista sociale e funzionale agli obiettivi che si vogliono perseguire attraverso questo centro educativo. Per ora, infatti, N.A.C.A. sorge nel quartiere di Boeung-kok, una zona che sta subendo dei mutamenti drastici, dovuti allo sviluppo urbanistico che si manifesta dietro la spinta di multinazionali cinesi e di spietati “politici” d’affari khmer.

 

N.A.C.A. National Action Culture Association

 Creato nel 1999 dalla famiglia Sou, e soprattutto grazie allo spirito battagliero della figura di Mama (PengPhan) nel cercare di migliorare le situazioni problematiche dei bambini che stanno soffrendo le conseguenze del regime dei Khmer Rossi, l’orfanotrofio N.A.C.A. (National Action Culture Association) ha aperto i battenti nel 2001.

N.A.C.A.sostiene orfani e bambini provenienti da famiglie particolarmente disagiate, dando loro un tetto, cibo, vestiti, assistenza sanitaria e un accesso regolare alla scuola. C’è una particolare attenzione verso l’insegnamento dell’inglese, lingua di vitale importanza per il futuro dei giovani cambogiani.

Il secondo punto fondamentale della missione educativa di N.A.C.A. consiste nell’insegnare danza, musica e teatro che si rifanno all’importante tradizione khmer, con l’obiettivo di preservarne il patrimonio e perpetuarne la trasmissione.

Settimanalmente i ragazzi si esibiscono sul palco del “Night Market” e spesso vengono ingaggiati per allietare eventi o celebrazioni.

Nel 2009 hanno partecipato alla realizzazione del documentario “Good Luck for YouEveryday”, prodotto da un gruppo di giornalisti spagnoli e nel 2011 sono stati i protagonisti di “Still I Strive”, fiction-documentario del giovane realizzatore americano Adam Pfleghaar. (Su youtube.com è possibile visionare i trailers.)

 

Il quartiere di Boeung-Kok

Già allora, nel 2009, si cominciava ad annusare aria di burrasca. Per le vie di Boeung-Kok si diceva che una multinazionale cinese avesse messo le mani sulLakeside: circa 150 ettari di terreno nel centro di Phnom Penh, comprendenti il lago e i quartieri che si affacciano sullo stesso.

- Alla fine del 2008 hanno iniziato a riempire il lago con milioni di metri cubi di sabbia per ottenere preziosa superficie edificabile.-, mi racconta Veasna, gerente di un piccolo caffè, uno dei pochi rimasti a guadagnarsi da vivere da quelle parti.

- Da allora, e fino a qualche mese fa, non dormivo quasi di notte per la paura che venissero a sfrattarmi, come hanno fatto con tanti altri che abitavano in questo quartiere.-, mi dice mentre mette una delle sue baguettes su un piccolo fornello a carbone per renderla croccante al punto giusto.

Veasna è un signore nato nel 1967 a Phnom Penh in una famiglia di undici persone. Sette dei suoi congiunti non ci sono più, morti schiacciati da quella macchina infernale che furono i Khmer Rossi. Ora vive con la sorella in un bugigattolo di Boeung-Kok, portando avanti la sua attività di coffee e sandwich maker. Come molti altri abitanti del quartiere, anche lui ha a lungo convissuto con la paura di trovarsi un giorno senza un tetto sopra la testa, fino a questa primavera, quando il governo gli ha rilasciato un atto di proprietà per il piccolo lotto sul quale vive.

- Negli ultimi anni è stata durissima! Avevamo l’ordine di sfratto, ma se volevamo un indennizzo per la nostra casa, dovevamo abbatterla noi stessi, altrimenti niente soldi. Solo quando la casa era stata completamente distrutta e i funzionari della multinazionale lo avevano accertato, avevi diritto agli 8000$ che spettavano come risarcimento.-, continua mentre, sorridente, spalma la marmellata sulla croccante baguette appena tolta dal fornello.

Anche per i cinesi, però, comincia a tirare un po’ di aria di crisi e i faraonici progetti del Lakeside cominciano ad arenarsi nelle sabbie del deserto che hanno creato.

Questo temporaneo stand-by dei lavori e la pressione della Banca Mondiale, dopo le numerose manifestazioni a favore dei diritti umani e del mantenimento di Boeung-Kok, hanno convinto il governo a rivedere la sua posizione riguardo a questo quartiere.

Alla fine del 2011 le autorità municipali hanno deciso di ridefinire la pianificazione del Lakeside, concedendo agli abitanti rimasti, dodici ettari di terreno che si estendono su quelle che una volta erano le rive del lago.

- Due mesi fa alcuni funzionari sono venuti a misurare la mia casa e mi hanno rilasciato un atto di proprietà. Mi hanno detto che posso rimanere qui, assieme a tutti quelli che non hanno ancora abbattuto la loro casa.-, mi dice con sollievo, anche se, dai suoi occhi trapela un velo di rassegnazione.

 

Rodi